n. 8 del 5/7/2004

 

News n.8 del 5.7.2004


Abitare ecologico anche in città: l'esempio di Calenzano

Si fa presto a parlare di bioarchitettura, ma a farla ci vuole più tempo. Eppure oggi, affrontare le questioni legate alle politiche abitative, significa incrociare inevitabilmente anche i temi della sostenibilità, dentro cui cadono le tematiche della bioarchitettura. L’emergenza abitativa, il diritto primario alla casa, la qualità edilizia (delle case popolari, ma non solo) sono tutti temi che ricadono per gran parte sulle spalle degli enti locali. E, da questo punto di vista, sono proprio i comuni che, attraverso i piani urbanistici e le nomative tecniche, possono dare un contributo importante e “condizionare” il settore delle costruzioni nella direzione di una maggiore attenzione ai principi della bioarchitettura. Perché “biorchitettura” non è solo bioedilizia, ovvero utilizzo di materiali naturali o di tecniche improntate al risparmio energetico. Bioarchitettura è prima di tutto un modus vivendi, è progettare la “scatola” attorno alla persona e ai suoi bisogni. Ed è anche, lo si diceva prima, una della faccie dello sviluppo sostenibile. Un esempio per tutti: la lotta contro l’anidride carbonica non si fa solo sul piano dell’inquinamento atmosferico causato dai gas dis carico delle auto, ma anche sul piano della costruzione di case meno “energivore” (il 30% di CO2 è prodotto dai consumi energetici di edifici e di elettrodomestici, e solo il 21% dai motori delle auto).
Su questo terreno, della bioarchitettura, l’Italia nel suo complesso ha ancora molta strada da fare. E non è da meno la Regione Toscana, che si sta comunque muovendo verso la stesura di una legge regionale sull’argomento. Qualche eccezione, però, esiste, fortunatamente. Come, ad esempio, il comune di Calenzano in provincia di Firenze che ha redatto delle vere e proprio linee guida (un regolamento facoltativo condensato in due volumi) e che ha introdotto nel suo regolamento edilizio incentivi economici e sconti volumetrici (cumulabili) per chi decide di costruire in modo biocompatibile. E il comune di Calenzano stesso realizzerà il Peep di Settimello seguendo le sue stesse linee guida della biaorchitettura, linee tra l’altro richiestissime anche da numerosi comuni e privati del paese.

I COMUNI PER L'EDILIZIA SOSTENIBILE
Un protocollo d’intesa tra Anci nazionale e Ancab, l’associazione nazionale delle cooperative di abitanti della Legacoop. Un accordo firmato lo scorso maggio, con lo scopo di rendere possibile gli interventi di bioarchitettura. Le due associazioni, dei comuni e delle cooperative, si impegnano a diffondere e a valorizzare questo modo di costruire dal punto di vista burocratico e normativo. Il comune di Firenze, ad esempio, ha già nel suo regolamento urbanistico norme tese a facilitare la costruzione con impiantistica compatibile con l’ambiente, ma forse si potrebbe fare di più. “Si tratta di sensibilizzare le amministrazioni– spiega l’assessore alla casa del comune di Firenze e responsabile per l’Anci nazionale Tea Albini – sull’architettura sostenibile. Perché questi sono interventi che rispettano l’ambiente ed il territorio, ma costano di più di altri tipi di costruzioni più tradizionali, dunque sono necessari incentivi dal punto di vista economico, con premi o benefici vari. È necessario che il più alto numero dei comuni possa adeguarsi a questo tipo di procedure. Il rispetto dell’ambiente dovrebbe essere il punto essenziale della nostra azione, soprattutto nel campo dell’edilizia, la residenza ed i recuperi”.


Per ogni informazione si consulti il sito dire-fare.net.










DIRE&FARE
13-15 ottobre 2004 - Fortezza da Basso - Firenze
Un’iniziativa di Anci Toscana e Anci Umbria
in collaborazione con Regione Toscana
Segreteria: Comunica – Tel. 055/2645261 – [email protected]