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Innovazione uguale nuove tecnologie. In una parola governo elettronico. Si moltiplicano i progetti, le reti, le connessioni, i portali e gli sportelli virtuali. Oltre alle indagini e le classifiche. Ma alla fine saranno i cittadini i veri giudici dell'e-government e del reale miglioramento dei servizi.
Spesso questo miglioramento è passato attraverso una innovazione tecnologica che non si vede, perché sta dentro le infrastrutture, o che non incide sulla qualità della vita, perché solo di facciata. Una delle sfide maggiori che oggi un ente locale ha di fronte è ampliare le possibilità di accesso ai servizi innovativi. E' una contraddizione., infatti, fare investimenti importanti su progetti di cui solo una piccola parte dei cittadini può usufruire.
Altra incoerenza è nel proliferare di molti progetti non sempre coordinati tra loro, con una conseguente scarsa ottimizzazione delle risorse. Insomma: quello verso la società dell'informazione nel nostro paese appare come un percorso attivo, ma per vari aspetti bisognoso di correttivi.
Abbiamo chiesto un commento su tutto questo a Elisabetta Tesi, referente nazionale dell'Anci per le politiche di egovernment e assessore alla organizzazione, comunicazione e informatizzazione del comune di Firenze.
"Siamo in un momento cruciale" esordisce "perché stiamo passando dalla fase di avvio del Piano nazionale di egovernment a quella delle riflessioni su come organizzarci e utilizzare al meglio le risorse. Ci sono alcuni passaggi che devono essere fatti a livello nazionale. Innanzitutto condividere lo stato di attuazione dei progetti e rilevare le criticità. Poi è essenziale il coordinamento fra i progetti in essere, integrando le varie modalità di operare. Un progetto, anche se buono, non deve essere autoreferenziale, cioè costruito verticalmente, per così dire, a misura di un'unica realtà territoriale. Al contrario, la parola d'ordine dovrà essere "riuso": per creare valore aggiunto ed evitare di disperdere risorse è necessario elaborare modelli standard nazionali trasferibili.
Come si può in concreto estendere e trasferire soluzioni? Ci sono almeno due modi. Prendiamo ad esempio il progetto nazionale People, che coinvolge 54 comuni italiani e 7 milioni e mezzo di abitanti, con capofila Firenze. Come è noto, si tratta di circa 200 servizi online per cittadini e imprese, che riguardano tutti i possibili servizi amministrativi. Attraverso un centro servizi chiamato E-Firenze, People è stato esteso dal comune di Firenze a 36 comuni della provincia fiorentina, ma potrà toccare anche altri perché si tratta di un sistema aperto. Questo è il modello di trasferibilità territoriale.
La seconda modalità è quella cosiddetta disseminante: in pratica ognuno dei comuni aderenti a People potrebbe 'adottare' un altro comune di qualsiasi zona d'Italia che sia particolarmente compatibile o simile per condizioni di partenza o infrastrutture. Il coordinamento serve ovviamente anche a scambiare le esperienze e le soluzioni, evitando errori già fatti".
Questo ai tavoli della programmazione nazionale. E cosa possono fare le singole amministrazioni locali, specie sul fronte dell'inclusione digitale?
Gli enti locali possono fare molto. Per abbattere il digital divide occorre una riflessione sulla popolazione, sulle sue caratteristiche, come si organizza e si differenzia rispetto all'utilizzo dell'informatica. I cittadini vanno segmentati in target, per costruire servizi mirati e personalizzati.
Questo significa anche ampliare il territorio di riferimento, oltre i confini del singolo comune, per reperire le risorse. Infine la multicanalità: per l'accesso all'innovazione, non basta offrire servizi online, ma occorre pensare alla Tv digitale, all'utilizzo degli Sms, a uffici postali attrezzati per le connessioni di rete, a un call center, insomma a tutti quei canali alternativi al possesso fisico del pc. Ma sia chiaro: un ente locale non si innova solo attraverso i servizi elettronici. Questo è solo un grimaldello, che però non è sufficiente se non va di pari passo con la riorganizzazione interna generale e la formazione del personale.
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